

I porti italiani sempre più al centro di una rivoluzione tecnologica. Nei giorni scorsi è stato presentato il sistema Ulisses con il suo piano di digitalizzazione per favorire il turismo, ma in realtà quello che sta accadendo è molto più ampio. Come ha messo ben in luce il Piano nazionale per la portualità turistica, sostenibilità e tecnologie innovative (soprattutto digitali) sono al centro della rivoluzione infrastrutturale dei nostri porti. E i progetti innovativi sono sempre più diffusi tanto che Roberto Sammarchi, un avvocato specialista in diritto dell’informazione, comunicazione digitale e tutela dati personali, ha realizzato per l’Associazione italiana Ambiente e Sicurezza, Aias, un breve paper dal titolo, Tecnologia Digitale e Sicurezza negli Ambienti Portuali, che affronta il tema della rivoluzione digitale in atto e le problematiche normative che questa solleva.
Dalle reti di sensori sottomarini connessi, ai veicoli autonomi subacquei, alla sensoristica avanzata fino al gemello digitale, anche i porti hanno abbracciato la rivoluzione che viene dalla sostenibilità e dalle nuove tecnologie. Recentemente Assiterminal ha presentato alcuni progetti innovativi per la transizione sostenibile dei porti italiani . Il primo (in corso di realizzazione con NatPower Marine) riguarda la decarbonizzazione dei porti e l’elettrificazione delle banchine fornendo energia rinnovabile a terminalisti e compagnie di navigazione. Il secondo (in corso di realizzazione con Circle Group) è relativo alla transizione digitale per rendere i terminali portuali interoperabili ottimizzando i processi logistici.
E’ in atto la sperimentazione di un robot subacqueo per la manutenzione, al posto delle persone, delle banchine. Si chiama RoboGo ed è all’opera a Trieste sul Molo VII. Questo robot è pensato per affrontare le attività di manutenzione così da sostituirsi ai sommozzatori evitando le situazioni critiche che questo tipo di lavoro comporta. RoboGo opera attraverso sensori ed è guidato da un’intelligenza artificiale che effettua anche analisi e diagnostiche delle banchine. A ideare la sua realizzazione la società di costruzione Icop con la sua controllata Impresa Taverna. RoboGo opererà direttamente in acqua senza interferire con le attività che si svolgono sulla banchina. Si tratta di un test complesso visto che l’area di intervento è ampia 300mila mq con 3600 piastre da ispezionare e, si calcola, 2 anni di lavoro.
In realtà la rivoluzione tecnologica sta abbracciando anche le coste più in generale e non solo i porti come dimostra il progetto Score (Smart control of climate resilience in European coastal cities) che sta testando un sistema che coinvolge anche i cittadini per il monitoraggio dell’erosione costiera. Il test in italia di questo progetto che ha rilevanza europea è in corso presso Marina di Massa in Toscana. Qui vengono usati dei sassi, colorati dai bambini, dotati di sensori per monitorare l’innalzamento delle acque e lo scivolamento dello stesso sasso in base alle trasformazioni della spiaggia. Grazie a questa iniziativa ci si è resi conto che è in atto un fenomeno di trasferimento dei sedimenti verso Nord. Soprattutto si può ragionare sulle conseguenze dei fenomeni di erosione perché al diminuire della sabbia le onde possono infrangersi con maggiore forza sull’area costiera. Il dispositivo sfrutta i segnali radio a bassa e si calcola che per una spiaggia di un centinaio di metri siano necessari tra i 150 e i 200 sensori.