Le piste ciclabili sono un pilastro fondamentale per promuovere la mobilità sostenibile, ma anche rappresentano soluzioni chiave per la riqualificazione e la valorizzazione di un territorio consentono di riscoprire i lungo mare degradati, di ridurre il traffico, di migliorare la qualità della vita. Tuttavia, non tutte le piste ciclabili sono uguali. Esistono, purtroppo, numerosi esempi di piste ciclabili “fatte male”, che, anziché incentivare l’uso della bicicletta, finiscono per creare disagi, frustrazione e, cosa più grave, pericoli per i ciclisti e gli altri utenti della strada.
Una pista ciclabile di qualità non è solo un nastro colorato, ma è un’infrastruttura complessa che richiede progettazione accurata, materiali idonei e una manutenzione costante. Quando questi elementi vengono a mancare, i problemi non tardano a manifestarsi. La cronaca quotidiana è piena di esempi di criticità che mostrano come sia un problema molto concreto una pista ciclabile che diventa pericolosa.
Uno dei problemi più immediati di una pista ciclabile mal concepita riguarda la sua superficie. Una superficie inadeguata non solo scoraggia l’uso della bici, ma mette a rischio l’incolumità dei ciclisti, rendendo il tragitto un’esperienza spiacevole e potenzialmente pericolosa. Materiali inadatti o una posa in opera frettolosa possono trasformare un percorso liscio in un vero e proprio campo minato. La presenza di crateri, fessure o dislivelli non è solo fastidiosa per il comfort di guida, ma può causare cadute rovinose, soprattutto per chi usa bici da corsa o ha ruote strette. Acqua e ghiaccio possono aggravare la situazione, rendendo invisibili le insidie. Alcune superfici, come sampietrini sconnessi, pavimentazioni drenanti inadeguate o zone con griglie di scolo mal posizionate, possono diventare estremamente scivolose in caso di pioggia o umidità, aumentando drasticamente il rischio di perdere aderenza e cadere. La crescita incontrollata delle radici può sollevare il manto stradale, creando dossi improvvisi. Allo stesso modo, avvallamenti che raccolgono acqua rendono il percorso impraticabile e pericoloso.
La segnaletica, sia orizzontale (sulla pavimentazione) che verticale (cartelli), è il linguaggio attraverso cui la pista ciclabile comunica con i suoi utenti. Quando è insufficiente, ambigua o addirittura assente, i problemi si moltiplicano. Una segnaletica inefficace crea confusione, aumenta lo stress del ciclista e, nel peggiore dei casi, lo espone a situazioni di grave pericolo. La scarsa illuminazione rappresenta un grave handicap per qualsiasi pista ciclabile, rendendola quasi inutilizzabile e pericolosa durante le ore serali o notturne, o in condizioni di scarsa visibilità. Una pista ciclabile mal illuminata non solo limita l’orario di utilizzo, ma la trasforma in un luogo ad alto rischio, vanificando gli investimenti fatti per la sua realizzazione.