La sicurezza dei porti si accompagna al loro sviluppo. Ma il settore dei trasporti e della gestione e movimentazione delle merci si caratterizza ancora oggi come uno dei comparti produttivi a più elevato rischio di incidenti sul lavoro, sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti notevoli progressi in termini di prevenzione e di contrasto a situazioni di pericolo. E’ questo il tema al centro del convegno che nei giorni scorsi si è tenuto a Salerno nell’ambito della tredicesima giornata nazionale dell’Ingegneria della Sicurezza dedicato appunto alla sicurezza come fattore competitivo dei porti italiani. Un evento organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno. “Occorre fare di tutto affinché gli incidenti non accadano – ha commentato il Vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto – Per questo serve un lavoro di squadra, le contrapposizioni tra le parti non aiutano. Servono adempimenti premianti. Se l’impresa che adotta il modello 231 e che rispetta fondamentali adempimenti per la sicurezza risponderà penalmente solo di colpa grave. La situazione va cambiata. Grazie al gioco di squadra riusciremo a migliorare i numeri attuali che non sono confortanti”.
In base ai dati resi disponibili da Inail ed elaborati dal Centro Studi CNI, il settore dei trasporti e della gestione e movimentazione delle merci si caratterizza ancora oggi come uno dei comparti produttivi a più elevato rischio di incidenti sul lavoro, sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti notevoli progressi in termini di prevenzione e di contrasto a situazioni di pericolo. Si registra, infatti, una flessione dell’8% dei casi denunciati tra il 2019 ed il 2023, a fronte di una flessione del 7% a livello nazionale. Tuttavia, il tasso di rischio, calcolato rispetto agli occupati, si rivela molto alto. Il settore dei trasporti registra attualmente 38,1 denunce di incidenti sul lavoro ogni 1.000 occupati nel
comparto, rispetto alle 24,1 per 1.000 occupati nel settore manifatturiero e alle 25,9 denunce per 1.000 nel settore delle costruzioni.
Nei casi di studio condotti dall’Inail in ambito marittimo portuale i casi di incidenti più frequenti riguardano: il ribaltamento o l’investimento, la caduta dall’alto o in profondità del lavoratore, la caduta dall’alto di oggetti pesanti e la proiezione di solidi. Tiziana Petrillo, Consigliera CNI con delega alla sicurezza e alla prevenzione incendi ha sottolineato: “L’efficientamento della sicurezza porta a maggiore competitività. Qualsiasi pianificazione deve partire dai dati che ci permettono di individuare gli elementi critici. All’interno dei porti, sebbene si registri un calo di incidenti, resta alto il rischio, superiore a quello degli altri settori. Bisogna puntare sui meccanismi premianti e migliorare la governance di tutto il processo. Infine, va implementata la formazione, anche a partire dalla conoscenza dei dati”.
Occorre considerare che i porti italiani rappresentano dei nodi logistici di rilevanza strategica per l’economia italiana. Attraverso i 58 porti gestiti dalle 16 Autorità di Sistema portuale transita attualmente più del 35% delle merci importate ed esportate in valore e oltre il 50% delle merci in volume. Gran parte delle filiere produttive del Paese dipendono in sostanza dai porti. Un loro cattivo funzionamento può avere ripercussioni notevoli sulle filiere produttive. Ma il corretto funzionamento dipende dagli oltre 16.000 addetti che vi lavorano e che hanno diritto di operare in sicurezza. Un porto non sicuro per chi vi lavora o vi transita è un porto che rischia di essere inefficiente. Nel 2024 sono transitati per i porti italiani più di 480 milioni di tonnellate di rinfuse secche e liquide e quasi 12 milioni di TEU in termini di container. I passeggeri transitati sono stati 73 milioni. Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Angelo Domenico Perrini ha spiegato come il tema della sicurezza dei porti è molto più ampio di quanto si possa pensare. “Noi riteniamo che non serva inasprire le sanzioni – ha detto -. Bisogna lavorare sulla prevenzione e la premialità. Inoltre, per prevenire serve l’informazione e la formazione. Anche per questo, tutti coloro da cui dipende la sicurezza dei cittadini deve rientrare nell’alveo dell’albo professionale, con i conseguenti obblighi di formazione. Non va dimenticato, poi, che la sicurezza nei porti va rimodulata in relazione ai cambiamenti climatici che pongono nuove problematiche ai porti in seguito all’aumento del livello del mare e dell’erosione delle coste”.